La Riserva
La Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa si trova a nord di Roma e si estende per 705 ettari circa. Tocca i comuni di Nazzano, Torrita Tiberina e Montopoli di Sabina, nella Media Valle del Tevere. È costituita dalle anse del Tevere, il lago di Nazzano e l’ultimo tratto del fiume Farfa. Il lago, cuore della Riserva, si è formato a seguito della realizzazione di una diga ENEL sul Tevere, creando un ambiente unico e privilegiato per l’osservazione degli ecosistemi umidi.
Si tratta della prima riserva naturale regionale del Lazio, istituita nel 1979 in seguito a vari riconoscimenti volti a preservare la particolarità del luogo, come la classificazione di zona umida di importanza internazionale. Negli anni ’90 entra a far parte della Rete Natura 2000, la rete europea di siti di interesse comunitario (SIC) e di zone a protezione speciale (ZPS), che ha come obiettivo la protezione e la promozione dello sviluppo sostenibile dei territori coinvolti.
L’insieme degli aspetti geomorfologici, vegetali e faunistici delinea un quadro ricco e vario, che fa della Riserva di Nazzano Tevere-Farfa, un luogo unico dove poter ammirare il complesso sistema ecologico fluviale.
Dal canneto alla boscaglia alveare, passando per il bosco di palude e ripariale, fino alle foreste, in questi ambienti cresce una grande varietà di piante, fiori e alberi: la ginestra, il biancospino, l’alloro, i ciclamini, le orchidee selvatiche, le felci e gli equiseti. Non mancano ovviamente le specie idrofite, cioè che vivono in acqua, come la lenticchia d’acqua o il Ceratofillo.
Tra la fauna presente, gli uccelli sono i più rappresentati con 187 specie segnalate, più di un terzo di quelle riconosciute in Italia. La Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa costituisce l’habitat ideale per l’avifauna nidificante, migratoria e svernante. Non mancano ovviamente mammiferi, anfibi, rettili e pesci, che popolano i diversi ambienti della Riserva.
L’area delle Media Valle del Tevere venne abitata dall’uomo fin dal Paleolitico: le vie di transumanza seguivano il corso dei fiumi fino a valle, e la zona Tevere-Farfa fin da subito si delinea come strategica per il passaggio di persone e merci. In epoca romana viene maggiormente sviluppato l’assetto viario, per facilitare il passaggio di scambi verso il resto del territorio, come dimostrano le tante testimonianze archeologiche presenti. Oltre all’intensa rete viaria e ai numerosi approdi lungo le sponde dei corsi d’acqua, si trovano resti di un grande numero di ville rustiche, delle vere e proprie aziende agrarie con tecniche avanzate di irrigazione, come Villa Baldacchini e Villa Celli nel comune di Torrita Tiberina o Villa dei Casoni e del Castellaccio in zona Montopoli. Con la fine dell’impero romano le campagne, che di fatto costituiscono il confine tra domino bisentino (Roma e Tuscia) e longobardo (ducato di Spoleto), subiscono abbandoni e distruzioni, fino all’arrivo di Carlo Magno. Il Lazio viene riunificato e dato in mano alla Chiesa: si cominciano a costruire fortificazioni grazie all’aiuto delle numerose abbazie dislocate nel territorio. Una delle azioni tipiche è l’incastellamento: prima si costruiscono le mura, si fortificano le torri e infine fossati e ponti levatoi. Gli sviluppi urbanistici delle tre cittadine di Nazzano, Torrita Tiberina e Montopoli dimostrano perfettamente questo fenomeno.
Ancora oggi si possono notare nelle tradizioni e nel folklore degli abitanti di quest’area della Media Valle del Tevere un legame tra uomo e natura che non si è perso, nonostante i secoli di storia che lo hanno attraversato.